I nostri file fotografici un giorno saranno obsoleti, illeggibili. Una minuscola parte di essi sarà convertita in formati moderni e ancora visualizzabili, ma milioni di tonnellate di jpeg andranno persi. Di questi avremo pochi bit, brandelli di informazioni (cit.) dispersi in rete, spazzatura, come i pezzi di plastica senza forma spinti per decenni dalle correnti del mare.
Un software di AI sarà in grado di ricostruire l’immagine nativa partendo da un suo frammento ritrovato. Non sarà importante la non completa corrispondenza con la realtà, cosí come non lo è oggi, già a partire dal momento dello scatto. E più saranno i frammenti, più ci saranno possibili momenti vissuti, ricostruiti e mai realmente avvenuti, realistici.
È una riflessione fantasiosa che faccio quando osservo affascinato i dipinti danneggiati dal tempo. Le cattive condizioni possono ridurre le possibilità per lo storico di risalire all’autore o al contesto artistico-territoriale dell’opera e spesso si è costretti a confinarla tra varie supposizioni. La trama della tela emersa e la crosta del colore di questa Madonna col Bambino mi hanno inevitabilmente rimandato alla funzione di una griglia di pixel.
Le infinite sezioni possibili dell’opera diventano immagini a sé, da cui poter estrapolare informazioni o suggestioni visive.









