
Il modo in cui le statue sacre nel meridione vengono solitamente decorate e impreziosite è il riflesso di una certa cultura della fede che sopravvive ancora in alcune generazioni. Ne ho la conferma ogni volta che il mio amico Dario mi convince con l’inganno a seguirlo in qualche escursione da lui definita “di grande interesse storico-artistico”.
In questa foto è ritratta di schiena una statua della Madonna di Costantinopoli, festeggiata proprio oggi – 7 marzo – in molte zone della Puglia, e questo effetto non è dato da nessun artificio digitale, ma solo dal gioco che si crea grazie all’archetto di luci al led, in una chiesa semi buia. A me è subito sembrata una locandina minimalista di quelle usate per lanciare il ritorno di un supereroe al cinema.
Una signora lí presente interrompe le sue preghiere per raggiungermi e chiedermi di poter vedere le foto. Mi fa i complimenti e mi dice di amare quella statua, “perchè ha i capelli come li portava mia nonna”.
In effetti la data dell’opera coincide col periodo storico e con le mode in voga in quel momento, ma mentre parla sono in realtà completamente catturato dal riflesso luminoso di quell’archetto sui suoi occhiali e dall’incredibile atmosfera eterea che si crea sul suo viso, mentre mi racconta della sua devozione e del totale affidamento alla benevolenza dell’Altissimo.
Secoli di candele, penso, per poi scoprire nel XXI secolo che la luce più vicina all’intangibile eterno è il led.